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Roma, 29 gennaio 2003
ASSEGNAZIONE DEI SEGGI VACANTI
Proposte di legge: Attribuzione di seggi nell'elezione della Camera dei deputati (A.C. 2625-2655-2713)
Intervento di Marco Boato sull'esame questioni pregiudiziali
Resoconto stenografico dell'Assemblea della seduta n. 255 di mercoledì 29 gennaio 2003

PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di merito Franceschini n. 1, di cui è cofirmatario.

MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Mattarella ha già esposto, e condivido dalla prima all'ultima parola ciò che egli ha affermato, le ragioni che sostengono la pregiudiziale di costituzionalità che i gruppi dell'Ulivo unitariamente hanno presentato. Vi sono anche, connessi strettamente agli aspetti di costituzionalità, alcune questioni assai rilevanti nel merito che ci spingono ad invitare l'Assemblea - per questo ci rivolgiamo non soltanto all'opposizione ma anche alla maggioranza - a non procedere oltre nell'esame di questa iniziativa legislativa.

Nelle ultime elezioni si è registrato il sistematico ed esagerato aggiramento delle norme sullo scorporo riguardanti la legge elettorale della Camera dei deputati, attraverso il cosiddetto meccanismo delle liste civetta. Il paradosso è che il collega deputato del Polo che aveva in qualche modo teorizzato e suggerito l'utilizzo di questo strumento alla Casa delle Libertà, il collega Calderisi, che conosce questi meccanismi elettorali e che probabilmente avrebbe anche saputo utilizzarli con maggiore prudenza ed equilibrio, dopo aver reso questo servizio al suo schieramento, è stato cancellato dalle liste elettorali e non è stato candidato. Una sorta di nemesi storica significativa!

Per quale ragione cito il collega Calderisi? Perché all'epoca in cui approvammo la legge elettorale per la Camera dei deputati entrambi collaborammo intensamente. Vi fu cooperazione fra la maggioranza e l'opposizione di allora - il collega Mattarella era allora relatore per la maggioranza, mentre io ed altri colleghi facevamo parte dell'opposizione e tuttavia mai vi fu all'epoca un sopruso della maggioranza nei confronti dell'opposizione - perché tentammo tutti insieme di definire, dopo il referendum del 18 aprile del 1993, quelle che erano le regole del gioco elettorale, regole poste a fondamento del sistema democratico e norme ordinarie di valenza costituzionale per quanto riguarda il funzionamento del sistema politico. Questo problema lo ponemmo già all'epoca; non c'è dubbio, perché so che magari qualcuno ricorderà anche questo, che vi furono nelle successive elezioni del 1996 alcuni episodi di utilizzo delle liste civetta che sarebbe stato giusto evitare e rispetto al quale giustamente il gruppo di Rifondazione comunista ammonì tutte le forze politiche; tuttavia noi abbiamo avuto nel 2001 un uso talmente abnorme, sistematico ed espansivo delle liste civetta per l'aggiramento del meccanismo dello scorporo, per cui paradossalmente la Casa delle libertà ha collegato a liste civetta anche candidati nei collegi uninominali rispetto a cui era assolutamente certo che non si sarebbe verificata l'elezione. A quel punto la Casa delle libertà si è trovata ad essere avvantaggiata, come giustamente ha ricordato il collega Mattarella poc'anzi, perché non ha pagato la penalizzazione dello scorporo sulle proprie liste proporzionali.

La Casa delle Libertà ha quindi incassato, con questo meccanismo delle liste civetta che consente l'aggiramento dello scorporo, un numero consistente - si tratta di alcune decine di deputati in più rispetto alle forze dell'Ulivo - e successivamente, avendo esagerato al riguardo, si è trovata in carenza di candidati per quanto riguarda i subentri previsti dalla legge.

Si è detto che la norma prevista dal decreto del Presidente della Repubblica, emanato in conseguenza di una delega prevista dall'articolo 9 della legge n. 277 del 4 agosto 1993 - la legge elettorale che porta il nome del collega Mattarella -, sarebbe una anomalia. Ma quelle norme previste nell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1994, n. 14 - che porta, come proponente, la firma dell'allora Presidente del Consiglio Ciampi - sono norme che, com'è stato ricordato, esistono già nella legge elettorale per il Senato, esistono sostanzialmente nella legge elettorale per i comuni ed esistevano già nella legge elettorale per la Camera del 1919. Ripeto: 1919! In altre parole, è un sistema che, da quasi un secolo, è incorporato nel nostro ordinamento elettorale, nelle varie espressioni che poco fa ho citato.

E comunque, se qualcuno volesse continuare a contestare la validità dell'articolo 11 del regolamento, noi forze dell'Ulivo abbiamo presentato emendamenti - che, quindi, se venissero approvati diventerebbero legge e non più regolamento - che traducono in proposta legislativa quello che in quella norma di chiusura era stato inserito nel regolamento adottato con il decreto del Presidente della Repubblica del gennaio 1994.

Ma ciò che sta avvenendo, signor Presidente, e avverrà in quest'aula, se non verranno approvate le nostre questioni pregiudiziali, è che nell'anno di grazia 2003 si approveranno modifiche della legge elettorale che non entreranno in vigore per le prossime elezioni politiche - il che sarebbe già discutibile, ma comunque dovrebbero entrare in vigore per il 2006 o quando si terranno le prossime elezioni politiche -, bensì avranno effetto retroattivo rispetto ai risultati elettorali delle elezioni del 2001!
Credo che questa vicenda sia priva di precedenti nella storia del Parlamento! Non è mai avvenuto, nel succedersi delle leggi elettorali nel tempo, che si siano approvate modifiche alle leggi elettorali per l'elezione della Camera dei deputati - la massima espressione, insieme al Senato, della sovranità popolare - che abbiano un effetto retroattivo, che cambino cioè l'effetto del voto dei cittadini espresso ormai quasi due anni fa!
Con una forma di primitivismo culturale - ed anche legislativo - che mi fa paura, qualche collega della Casa delle libertà - non tutti per la verità - nel corso della discussione sulle linee generali che si è svolta il 28 ottobre scorso - e già questa distanza dal dibattito la dice lunga sulle preoccupazioni che, in questi mesi, sono emerse al riguardo - ha detto: ma quelli sono voti dati alle liste della Casa delle libertà, devono eleggere i deputati della Casa delle libertà! Come se non si sapesse che il sistema elettorale costituisce - è l'ABC di qualunque manuale di diritto elettorale - proprio il meccanismo di trasformazione dei voti in seggi.

Bene, nelle ultime elezioni politiche - non parlo del 1994 o del 1996, parlo del 2001 - ci sono stati 8.324.500 voti - ripeto: 8.324.500 voti - pari al 22,42 per cento dei voti espressi, che non sono serviti ad eleggere candidati delle liste votate, perché la Lega nord non ha raggiunto il 4 per cento, perché l'Italia dei valori non ha raggiunto il 4 per cento, perché il Girasole non ha raggiunto il 4 per cento, perché decine di liste presentate che hanno ricevuto voti - in alcuni casi moltissimi voti, come la Lega nord e l'Italia dei valori (ho dimenticato di citare Democrazia europea ed altri) - non hanno raggiunto la soglia del 4 per cento, per cui quegli 8.324.500 voti, pari al 22,42 per cento dei voti espressi, non sono serviti ad eleggere candidati di quelle liste, ma sono stati redistribuiti tra le liste, e solo tra quelle, che hanno superato la soglia del 4 per cento: Forza Italia, Alleanza nazionale, Margherita, Democratici di sinistra e Rifondazione comunista.

Con la logica che qualche collega della Casa delle libertà ha espresso tutto ciò sarebbe illegale ed inaccettabile e costituirebbe un tradimento della sovranità popolare: i voti di chi ha votato per Italia dei valori o per la Lega nord Padania sono serviti ad eleggere deputati di Forza Italia o di Alleanza nazionale, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo o della Margherita, DL-l'Ulivo.

PRESIDENTE. Onorevole Boato...

MARCO BOATO. Questa forma di primitivismo culturale che abbiamo sentito declamare in questi mesi fa a pugni con l'ABC di qualunque manuale di diritto elettorale e con qualunque concezione democratica di un sistema elettorale di trasformazione dei voti in seggi.

Questa proposta di legge propone di modificare non solo per il futuro, ma anche retroattivamente, tali meccanismi e, quindi, viola gli articoli 1, 3 e 48 della Costituzione ed è inaccettabile anche sotto il profilo del merito. È per questo che invitiamo a votare a favore anche della nostra pregiudiziale di merito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).

 

  Marco Boato

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